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Onde Medie RAI. Tra meno di un anno l'addio?

Di LC, 12 Dec 2021 - 16:54 ( Ultima modifica: 22 Dec 2021)

Trasmissioni

Come riferisce il notiziario audio ''Qui Italradio'' dell'11 dicembre sembra ormai certo che tutte le stazioni a onde medie della Rai saranno chiuse entro il mese di settembre del 2022. Da quanto siamo riusciti a ricostruire, in assenza di comunicazioni ufficiali, confrontando le varie fonti, la disdetta della Rai dovrebbe essere stata comunicata lo scorso settembre a RaiWay, prendendo quest'ultima di sorpresa. La diffusione continuerà in FM e DAB mentre non si prevede un ripristino dei canali tematici sul DTT. Sarà spento anche il trasmettitore di Trieste A, i cui programmi in lingua slovena saranno diffusi, secondo la sede regionale, in DAB+. Un commento di Italradio, un'analisi economica.
Italradio ritiene questa decisione sbagliata e pericolosa. Sbagliata perché le onde medie sono ancora apprezzate per la stabilità del segnale nei viaggi e per la portata, che ne consente l'ascolto anche all'estero; pericolosa, perché si smantella un ottimo sistema di emergenza in caso di calamità o restrizioni all'informazione. Ciò che indigna è il silenzio della Rai nei confronti dei suoi ascoltatori, che non sono stati mai stati informati della chiusura dei servizi né in onda media, né sul digitale televisivo. Proprio in occasione di questi ultimi spegnimenti, Italradio ha contattato l'ufficio stampa della Rai per sapere se c'erano stati comunicati o dichiarazioni in merito; a quasi due mesi di distanza, non abbiamo ricevuto alcuna risposta.
Nel silenzio della concessionaria pubblica due considerazioni: una storico-ambientale e una economica.
Proprio questa domenica 12 dicembre, Rai Storia ha mandato di nuovo in onda - nell'anniversario della prima trasmissione transatlantica compiuta da Marconi - il documentario dedicato all'inventore della radio (che sarà replicato lunedì 13 alle ore 6.40). In esso si ricorda che Marconi, scoprendo le onde corte, osservava come con unico impianto da un KW si svolgesse il servizio in precedenza richiedente centinaia di KW in onde lunghe. Basterebbe questo per capire come la sostenibilità ambientale (in primo luogo in termini di consumo di energia) delle onde medie sia nettamente superiore a quella di centinaia di impianti DAB+ necessari ad una vera rete efficiente.
Un esame economico della vicenda è altresì necessario. Si deve ipotizzare senz'altro un costo per abbattere antenne che si trovano su siti assegnati dalla Conferenza di Ginevra (ONU-ITU) all'Italia (non esattamente alla sola concessionaria pubblica) dalle regole internazionali e dunque cedibili ad altri operatori di cui non sappiamo se siano state fatte ricerche. Allo stesso tempo ci permettiamo domandarci se sia davvero necessario ''risparmiare'' le poche centinaia di migliaia di euro dedicate alla gestione delle onde medie (se le ns. valutazioni sono valide l'impianto più potente d'Italia non costa più di trecentomila euro l'anno) quando Rai Way ha annunciato lo scorso 11 novembre un utile utile netto al 30 settembre 2021 di 52,8 milioni, in crescita rispetto al valore dei nove mesi 2020 quando era pari a 50,8 milioni, anche beneficiando di un’agevolazione fiscale una tantum di un milione maturata nel primo trimestre?
Infine, qualora venisse chiuso il trasmettitore di Trieste A i programmi in sloveno non uscirebbero più dal territorio italiano mettendo in grossa difficoltà la comunità italiana in Istria e Dalmazia che gode di analogo servizio da Capodistria senza contare che sparirebbe anche l'Ora della Venezia Giulia dal trasmettitore di Venezia, unico ora a diffonderne il programma. Un'ulteriore problematica internazionale che sembra non emergere da quanto finora siamo stati in grado di reperire sulla vicenda delle onde medie.


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Commenti

  1. Ancora sulle Onde Medie
    Non posso che ribadire quanto detto 8 anni fa e da voi pubblicato il 7 dicembre 2013 che vi riporto di seguito.
    Dobbiamo al nostro lettore Mario Mazzacani un'ampia analisi sui costi d'esercizio delle onde medie e della intera rete radio della Rai. Con la richiesta di un ripristino del servizio in onda media un commento: non è solo una questione economica ma di scelte, purtroppo orientate altrove.
    Il nostro lettore scrive:
    "Prendo i dati dal WRTH del 2002 quando c'erano ancora i servizi di RAI 2 e RAI 3 spenti il 15 maggio 2004. La potenza irradiata totale dai 3 programmi era di 2.513 KW.
    Con trasmettitori moderni (tipo NAUTEL o HARRIS) la potenza consumata sarebbe stata di circa 4.200 KW che se in funzione 24 ore al giorno e ad un prezzo industriale dell'energia elettrica di 0,14-0,15 euro/KW (ma è possibile che la RAI paghi meno) sarebbero stati circa 600 euro/ora di spesa che moltiplicati per 8760 ore annuali darebbero 5.256.000 euro/anno di energia elettrica.
    Non è dunque solo una questione di soldi ma di scelte se con circa la metà di questa cifra si paga magari un solo popolare conduttore tv!
    Alle spese di energia si aggiungono le spese di manutenzione.
    Sempre in WRTH del 2002 vediamo che la potenza irradiata da RAI in FM era di 3.280 KW a cui andavano aggiunto oltre 25.000 Kw tra radio private e servizi regionali in lingua slovena, tedesca, francese e araba per le zone di confine di RAI. Mentre le stazioni in onde medie, ad esclusione di quelle per il " Notturno dall'Italia" (Milano 900 kHz 600 KW e Roma 846 KW 300 KW) di notte venivano spente, tutte le altre in FM funzionavano 24 ore su 24 che moltiplicate per 8.760 più le perdite di rendimento globale danno subito il confronto."
    Mentre si attendono ancora dei risultati importanti per DAB e DRM, va riconosciuto - conclude il nostro lettore - che "la trasmissione dei programmi in internet ha facilitato molto tutte quelle trasmissioni che vengono ascoltate da posizioni fisse a migliaia di chilometri che sarebbero state impossibili con i mezzi normali (satelliti a parte che comunque necessitano di una antenna fissa) ma tutti i sistemi possono coesistere ed essere razionalizzati. Per esempio chi viaggia in auto in mezzo alle zone montuose e collinari che rappresentano circa il 77% del territorio italiano non riesce ad avere continuità di servizio da nessuna radio in VHF (FM o DAB) ad esclusione forse di alcune eccezioni che hanno molti ripetitori (esempio RTL 102,5, Radio Maria ed alcuni altri network) mentre con le onde medie si copre tutto il territorio nazionale ed oltre confine (circa 200-300 km durante il giorno e fino a 1500 km di notte). E' un servizio che serve a chi viaggia in auto e camion, può servire alla protezione civile e con un buon palinsesto a tutti quanti".
  2. Chiusura RAI MW
    Sembra che anche in paesi democratici la voce del popolo non conti.
    Tra una scusa e l'altra tante stazioni statali in paesi europei sone state chiuse di nascosto negli ultimi anni.
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Il mio cellulare è morto stecchito appena messo piede qui dentro. Sono passati più di cento anni da quando Marconi ha ricevuto il suo segnale, e ora guardi dove ci ha portato la tecnologia. Lo sapeva che quel segnale è partito da qui? Da una una piccola baia poco più avanti lungo la costa, Poldhu Cove.
1874: Guglielmo Marconi
1922: WSOY, Decatur, Illinois, USA
1948: Radio Villa, Mercedes, Argentina
1948: CMBF Radio Musical Nacional, La Habana, Cuba
1979: Radio Anhanguera, Brazil