Premio Italradio a Lorenzo Berardi
Prima sessione del XVI Forum Italradio ad Arena Po. Premio Italradio 2021 a Lorenzo Berardi, autore di Radiocronache, lo studio dedicato alle radio italofone dell'Est Europeo dalla guerra fredda al XXI secolo che ha riacceso i ricordi degli ascoltatori e il dibattito sul futuro della radio.
Prima sessione del XVI Forum Italradio dedicata alla storia della radio con testimonianze dell'attualità di un mezzo sempre vivo.
Fu la digitalizzazione degli archivi di Radio Polonia (già Radio Varsavia) a permettere a Lorenzo Berardi, giornalista bolognese da tempo a Varsavia, di avvicinarsi ad una importante documentazione audio sulla attività della sezione italiana tra gli anni 50 e 90 del secolo passato, traversando i diversi momenti della radiofonia dei Paesi socialisti verso gli ascoltatori italiani. Da quella prima ricerca, Berardi ha tratto l'idea di raccogliere analogo materiale documentale (come nel caso dell'archivio di Radio Berlino Internazionale ora conservato a Babelsberg) e testimonianze dirette di ascoltatori e redattori. Tutte queste radio hanno lasciato l'etere da anni, tranne Radio Romania - completamente trasformata - Radio Capodistria - il cui principale servizio resta a favore della comunità italiana d'Oltreadriatico e Radio Tirana - ora solo via satellite e in rete. Sul rapporto con gli ascoltatori è intervenuta da Tirana Eda Merepeza, che ha cominciato la sua carriera di traduttrice e giornalista nella ora soppressa redazione romena di Radio Tirana passando poi alla lingua italiana, molto seguita anche ai tempi della dittatura da ascoltatori che volentieri si facevano presenti con lettere, allora per lo più prudenti ma che le hanno permesso poi di avvicinare e conoscere queste persone scoprendovi anche importanti studiosi della lingua e della cultura albanese. Non c'era dunque solo la politica ma una sincera ricerca di contatti che Berardi ha confermato aver ben rinvenuto nell'evoluzione delle emittenti dopo il 1989. Significativo il caso di Radio Budapest che, chiusa dopo il cambio politico, ricomparve in italiano e altre lingue all'inizio del secolo presente, auspice anche Italradio, in un periodo cruciale per il futuro dell'Ungheria, tra l'adesione alla NATO e quella all'Unione Europea, sempre col favore degli ascoltatori che, nel secondo periodo, vissero una rinnovata consuetudine con l'emittente. E il ruolo della corrispondenza resta cruciale, ha confermato l'ing. Costantino Pacifici, già direttore del Centro radio di S.M. di Galeria della Radio Vaticana, per il quale, al di là dei dati tecnici di molte lettere si osservavano (e in una certa misura si continuano a osservare) i segnali di un interesse che le situazioni politiche e sociali dei Paesi di provenienza non lascerebbero altrimenti trapelare.
Il Forum Italradio prosegue ad Arena Po (Pavia) fino a domani 2 ottobre.
Nella foto: Lorenzo Berardi col Premio Italradio 2021.
Fu la digitalizzazione degli archivi di Radio Polonia (già Radio Varsavia) a permettere a Lorenzo Berardi, giornalista bolognese da tempo a Varsavia, di avvicinarsi ad una importante documentazione audio sulla attività della sezione italiana tra gli anni 50 e 90 del secolo passato, traversando i diversi momenti della radiofonia dei Paesi socialisti verso gli ascoltatori italiani. Da quella prima ricerca, Berardi ha tratto l'idea di raccogliere analogo materiale documentale (come nel caso dell'archivio di Radio Berlino Internazionale ora conservato a Babelsberg) e testimonianze dirette di ascoltatori e redattori. Tutte queste radio hanno lasciato l'etere da anni, tranne Radio Romania - completamente trasformata - Radio Capodistria - il cui principale servizio resta a favore della comunità italiana d'Oltreadriatico e Radio Tirana - ora solo via satellite e in rete. Sul rapporto con gli ascoltatori è intervenuta da Tirana Eda Merepeza, che ha cominciato la sua carriera di traduttrice e giornalista nella ora soppressa redazione romena di Radio Tirana passando poi alla lingua italiana, molto seguita anche ai tempi della dittatura da ascoltatori che volentieri si facevano presenti con lettere, allora per lo più prudenti ma che le hanno permesso poi di avvicinare e conoscere queste persone scoprendovi anche importanti studiosi della lingua e della cultura albanese. Non c'era dunque solo la politica ma una sincera ricerca di contatti che Berardi ha confermato aver ben rinvenuto nell'evoluzione delle emittenti dopo il 1989. Significativo il caso di Radio Budapest che, chiusa dopo il cambio politico, ricomparve in italiano e altre lingue all'inizio del secolo presente, auspice anche Italradio, in un periodo cruciale per il futuro dell'Ungheria, tra l'adesione alla NATO e quella all'Unione Europea, sempre col favore degli ascoltatori che, nel secondo periodo, vissero una rinnovata consuetudine con l'emittente. E il ruolo della corrispondenza resta cruciale, ha confermato l'ing. Costantino Pacifici, già direttore del Centro radio di S.M. di Galeria della Radio Vaticana, per il quale, al di là dei dati tecnici di molte lettere si osservavano (e in una certa misura si continuano a osservare) i segnali di un interesse che le situazioni politiche e sociali dei Paesi di provenienza non lascerebbero altrimenti trapelare.
Il Forum Italradio prosegue ad Arena Po (Pavia) fino a domani 2 ottobre.
Nella foto: Lorenzo Berardi col Premio Italradio 2021.
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