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Rai: addio alle Onde Corte il 30 settembre

Di LC, 27 Sep 2007 - 19:23 ( Ultima modifica: 05 Nov 2014)

Trasmissioni

E' confermato. Nonostante l'intervento dei sindacati la RAI ha deciso di chiudere tutte le trasmissioni in onde corte.

Un annuncio viene attualmente trasmesso in tutti i programmi. Le trasmissioni in lingue estere cessano il 30 settembre. Il Centro trasmittente di Prato Smeraldo chiuso.

L'abbandono delle onde corte riguarda anche la lingua italiana che resta in onda solo su internet e sul satellite (Satelradio).
E' intanto in corso una trattativa per la riassegnazione del personale a tempo indeterminato. I tecnici, in particolare, saranno ricollocati in altri servizi dopo la chiusura di Prato Smeraldo, per oltre settant'anni responsabile della diffusione. Più difficile la situazione dei precari verso i quali i sindacati si sentono impegnati moralmente.

La decisione di chiudere i programmi in lingue estere risalirebbe alla nuova convenzione firmata lo scorso 26 luglio con la Presidenza del Consiglio ma il cui testo non risulta essere mai stato diffuso.

L'abbandono delle onde corte priva gli italiani all'estero e tutti gli amici dell'Italia di un servizio insostituibile soprattutto nei Paesi di Africa e America Latina dove l'accesso ad altri mezzi è in gran parte precluso.
Nota: Italradio lamenta il silenzio che ha avvolto questa tristissima decisione (che non compare nemmeno sul sito internet dell'emittente) che nel nome di una malintesa modernizzazione priva il Paese di Marconi della sua voce nel mondo.
Ai redattori di tutti i programmi, ai tecnici, ai collaboratori il grazie più sincero per il loro lavoro che non sarà dimenticato.


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Commenti

  1. Giornalisti Europei: Errore strategico chiudere le onde corte della Rai
    Errore strategico chiudere le onde corte della Rai
    Dichiarazione di Nuccio Fava, presidente dell'Associazione dei Giornalisti Europei

    E' grave che nel silenzio generalizzato, anche della Rai, si voglia smantellare uno straordinario mezzo quali le onde corte vanto dell'Italia e del genio di Marconi. La chiusura degli impianti determinerà la soppressione dei notiziari con i quali la Rai, da oltre 70 anni, fa giungere in tutti i continenti la voce dell'Italia in ventisette lingue diverse, compreso l'italiano. Le trasmissioni nella nostra lingua resterebbero solo su internet e sul satellite, mezzi che non tutti dispongono specialmente nelle aree in via di sviluppo e che agevolano interventi di eventuale censura nei paesi dove non c'è libertà di stampa (è di attualità il caso della Birmania). Desta peraltro preoccupazione il grave problema del futuro professionale di quanti alle onde corte di RAI International prestano la loro opera.

    E' inoltre da rilevare che la dismissione degli impianti precluderà all'azienda la possibilità di utilizzo delle onde corte in digitale. Altri enti radiotelevisivi - Bbc, Radio Vaticana ed emittenti di vari paesi europei - si guardano bene dal rinunziare a queste tecnologie che costituiscono un valido mezzo organico e strategico nei moderni sistemi della comunicazione.


  2. Rai International: interrogazione parlamentare
    Apprendo che il deputato Riccardo Pedrizzi (Alleanza Nazionale, all'opposizione) ha presentato un'interrogazione a risposta scritta al Presidente del Consiglio e al Ministro delle Comunicazioni. Il testo:

    "Per sapere - premesso che:

    dal 1962, in base ad una convenzione stipulata con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la RAI trasmette una programmazione radiofonica in onda corta destinata, in lingua italiana, ai nostri connazionali all'estero, e, in 25 lingue estere ad un ampio spettro di pubblici stranieri nei cinque continenti. A tale Convenzione si è successivamente aggiunta una seconda, che contemplava la trasmissione di programmi televisivi destinati agli italiani all'Estero e che è stata più volte rinnovata;



    alla fine del luglio 2007, la RAI e la Presidenza del Consiglio dei Ministri hanno firmato una nuova Convenzione, che accorpa le due precedenti e mira ad una riorganizzazione generale dei Programmi per l'Estero, che, pur privilegiando la televisione, riserva un ampio spazio alla radio. Tale nuova Convenzione non parla più di Onda Corta ed anzi sembra che la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero degli Esteri e il Ministero della Difesa, probabilmente mal consigliati dalla stessa RAI, abbiano espresso in forma esplicita il proprio disinteresse verso questo tipo di tecnologia, considerata obsoleta;

    in seguito a ciò, la RAI ha deciso la dismissione dell'Onda Corta e, con essa la cancellazione totale della programmazione relativa sia in italiano che in lingue estere. Quanto al primo aspetto, la dismissione, cioè, della tecnologia OC, l'orientamento degli organismi istituzionali coinvolti e dell'Azienda appare quanto meno singolare, visto che altri broadcasters internazionali (VOA, BBC, DW, ma anche su scala più assimilabile alla RAI, RFI e RES) si guardano bene dal rinunciarvi, ed anzi alcuni hanno di recente potenziato la loro programmazione con questo mezzo;

    per quanto riguarda il secondo, quello cioè dei contenuti, la dismissione per quanto opinabile di una tecnologia, non implica necessariamente la cancellazione della programmazione che attraverso di essa viene veicolata, esistendo evidentemente tecnologie alternative e, nel caso specifico, già in atto (Internet e satellite), con cui veicolare i medesimi contenuti;

    peraltro, la decisione della RAI di sopprimere tout court l'informazione per l'Estero in lingua straniera appare in contraddizione con gli obblighi derivanti dalla Convenzione firmata a fine luglio, la quale, lungi dal prevedere la chiusura della programmazione radiofonica in lingua estera ("cittadini stranieri interessati o interessabili all'Italia e al suo sistema di valori, culture, stile di vita, beni artistici, creatività e prodotti"), ne richiede anzi il rafforzamento in alcune aree di interesse strategico per il Paese, come ad es. Mediterraneo e Balcani, prevedendo addirittura la possibilità di una programmazione televisiva dedicata.

    L'interrogante chiede di sapere:

    se la Convenzione vigente consenta la dismissione della programmazione in onde corte e, in caso positivo, quale siano le ragioni che hanno indotto l'esecutivo, quale controparte della nuova Concessione, ad accettare un accordo che consenta tale dismissione, soprattutto in considerazione del fatto che la decisione di procedere alla chiusura delle trasmissioni in lingua estera si configura come una ulteriore mutilazione del servizio pubblico e come un arretramento della RAI e dell'Italia rispetto a scenari internazionali di interesse strategico per il Paese;

    in ogni caso, quali concrete ed urgenti iniziative intendano assumere, nell'ambito della competenza e delle potestà di cui dispongono nei confronti della società concessionaria del servizio radiotelevisivo pubblico in rapporto alla convenzione, per fronteggiare la grave situazione determinatasi che stride fortemente non solo con quanto previsto dalla Convenzione RAI-PCM, ma anche l'attivismo di una politica estera che vede l'Italia impegnata in prima fila in aree di crisi quali il MO, i Balcani, il Corno d'Africa e che punta farne interlocutore di primo piano di partners ormai consolidati come la Russia e di potenze emergenti come la Cina.





  3. Il sito Rai si accomiata - solo in italiano - dalle lingue straniere
    Questo il testo dell'avviso diffuso il 1° ottobre solo in italiano mentre in spagnolo e inglese resta la scheda con le frequenze ora mute.

    AVVISO - TRASMISSIONI ONDE CORTE

    Si comunica che a partire da lunedì 1 ottobre la Rai ha cessato le trasmissioni in Onda Corta. I programmi radiofonici sono disponibili su Satelradio, Internet e sulle Onde Medie con il Notturno Italiano.

  4. Anche la stampa inizia a parlarne
    Si rompe il muro di indifferenza della stampa italiana sulla vicenda di RAI International: con un articolo intitolato <a href="http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=209883&quot;>Prodi spegne la radio italiana nel mondo</a>, il quotidiano milanese <a href="http://www.ilgiornale.it&quot;>il Giornale</a> parla della chiusura dei programmi per l'estero di RAI International.
    "Da oggi c'è un po' d'Italia in meno nel mondo", scrive Massimo Malpica. "Le onde del destino, soprattutto se sono corte come la memoria di qualche politico, riservano tristi sorprese. Dopo 77 anni, il nostro Paese abbandona un pezzo di storia, legato al nome di Guglielmo Marconi. Rai International manda in soffitta le trasmissioni per l'estero in onda corta, chiude in cantina 22 delle 25 lingue in cui trasmetteva notiziari in tutto il mondo."
    Seguono interviste a sindacalisti e giornalisti. Secondo l'articolo, non sarebbero soppressi i notiziari in tedesco, francese e inglese che, a quanto risulta, sono invece scomparsi dalla programmazione del "Notturno Italiano".
  5. AM, ovvero: "Andiamo Male"
    Per la RAI AM è sempre più sinonimo di "Andiamo Male".
    Completamente assente sulle Onde Lunghe, ora sparita anche dalle Onde Corte, presente poco e male sulle Onde Medie. Ci si affida solo alla FM (che in Italia è nelle condizioni di più completa inaffidabilità) e al cosiddetto "progresso tecnologico", usato come specchietto per le allodole per coprire scelte disgraziate e anche in sospetto di incompetenza.
    La percentuale di quelli che ascoltano la radio "attraverso la radio" (e non via satellite o Internet) è altissima e chi lo fa dall'estero (in particolare dall'Europa) si trova ora completamente tagliato fuori dall'informazione radiofonica nazionale: ad esempio, se durante un viaggio in macchina capita di oltrepassare i confini di Stato, dopo Ventimiglia o Chiasso o Brennero o Tarvisio non sarà più possibile (specialmente nelle ore diurne) sentire parlare in italiano.
    La radio analogica tradizionale è ancora il mezzo più semplice e diffuso per diffondere informazioni e ancora rimarrà così per lunghissimi anni , alla faccia di tutti coloro che hanno l'abitudine di sentenziarne continuamente la fine; la sua forza deriva dalla sua semplicità e trasportabilità, dal basso costo dell'apparecchio ricevente, dalla bassissima energia richiesta e, sopratutto, dall'enorme diffusione a scala mondiale e a tutti i livelli sociali dei ricevitori tradizionali.
    La scelta del nostro Governo di chiudere le Onde Corte pone, a mio avviso, anche grossi interrogativi sulla ragion d'essere degli esperimenti sul DRM (sempre che il DRM serva a qualcosa) che sono condotti attualmente dalla RAI. Dalla primavera del 2006 è acceso 24 h su 24 il tx in DRM di Siziano e, stando a notizie sicuramente attendibili, dalla fine di quest'anno dovrebbe trasmettere in DRM anche il tx di S.Palomba su 846 kHz, sacrificando così la miglior frequenza in Onde Medie della quale dispone la radiofonia italiana. A questo punto è fuori di dubbio che gli esperimenti sul DRM (che è da augurarsi non durino decenni, come accadde per la FM stereo) possono solo servire a coprire con pochi tx (possibilmente di bassa potenza) e in maniera adeguata il territorio nazionale. Bene: qualcuno si immagina gli italiani che si precipitano a buttare via le loro autoradio e i loro apparecchi domestici per ascoltare in DRM i programmi RAI (fre l'altro già fruibili, bene o male, in FM)? Difficile che ciò accada, ma sarebbe stato più plausibile un uso in Onde Corte per arrivare a coprire con buona qualità di segnale (sempre che il DRM funzioni veramente) aree del pianeta molto lontane dal nostro Paese.
    In sostanza, le Onde Corte RAI avevano bisogno di una robustissima ristrutturazione, questi si, ma non di uno smantellamento. I programmi erano realizzati in un modo a volte francamente vergognoso e i tx avevano una potenza inadeguata alle distanze che avrebbero dovuto coprire (infatti erano usati dei relais in affitto a Singapore per l'Australia e sull'isola di Ascensione per il Sud America).
    Devastante, infine, il confronto con quanto avviene alle porte di casa nostra. I paesi europei con i quali amiamo di più misurarci stanno percorrendo strade radicalmente diverse dalla nostra: i nomi di RFI, BBC World Service e Deutsche Welle dicono, forse, qualcosa anche a chi non segue le radio internazionali. Ognuno di questi servizi è l'equivalente del nostro RAI International, ma, diversamente da noi, operano massicciamente in Onde Corte, in particolare con la propria lingua nazionale che viene diffusa in tutto il pianeta praticamente 24 h su 24 (fonte: WRTH).
    Fra i 27 Pesi dell'UE , oltre all'Italia, non operano in Onde Corte Danimarca, Estonia, Irlanda, Malta e Slovenia; fra gli appartenenti al mitico "G8", inutile dirlo, siamo solo noi a essere così "lungimiranti"...
    Invito Italradio a promuovere una petizione on-line per il ripristino delle Onde corte in Italia, magari unendosi a quanto ho già visto proporre su altri siti. Non servirà a nulla e dovremo digerire anche lunghi anni di oscurantismo, ma, almeno, facciamoci sentire!!!
  6. RAI: onde corte bye bye
    Le dismissioni in corso da tempo alla RAI non devono meravigliare; ogni scelta ormai privilegia il mezzo televisivo e la radio da anni viene trattata come l'ultima ruota del carro, basti pensare al budget stellare impiegato per una sola delle tante insulse e volgari produzioni che popolano gli schermi della tv di stato e confrontarlo con i fondi complessivamente destinati alla radiofonia.
    Da anni a Radio Rai si celebrano le nozze coi fichi secchi e i palinsesti si sono progressivamente impoveriti sia nei contenuti che nell'offerta.
    Sono rimasto molto colpito dal clima di clandestinità e dal silenzio che nell'azienda hanno accompagnato lo spegnimento delle onde corte e la cessazione di un servizio che soltanto male informati soloni ( oppure in malafede) ritengono di pertinenza dei soli radioamatori.
    Prendiamo, pertanto, atto dell'ulteriore smantellamento di Radio Rai (chiusura stazione O.C. di Caltanissetta - spegnimento Radio 2 e 3 in A.M. - spegnimento O.L. 189 kHz - chiusura del centro di Prato Smeraldo) e prepariamoci a qualche nuova levata di ingegno: cosa sarà possibile? la vendita del palazzo di Via Asiago era già stata preventivata un paio di anni fa, il futuro della stazione di S. Palomba non è molto chiaro e si sa...i fondi per le scene faraoniche di qualche flop nuovo di zecca o per il noleggio degli elicotteri dell'Isola dei famosi da qualche parte dovranno pur trovarsi.
  7. Rai International: ancora reazioni negative
    Nonostante il silenzio ufficiale sulla vicenda sono state numerose anche oggi 2 ottobre le prese di posizione contro la chiusura dei programmi internazionali di RAI International. Tra le più sentite quelle degli esperantisti (la RAI era una delle poche stazioni internazionali a garantire un notiziario nella lingua ideata da Zamenhof) e della Dante Alighieri (l'ente che insegna l'Italiano nel mondo). In un'intervista a Newsitaliapress un esponente della Società Dante Alighieri ha lamentato la mancanza di validi sostituti alle cessate onde corte.
  8. Chiusura delle Onde Corte Rai
    E' senz'altro una decisione vergognosa, ma in fondo meglio così vista la qualità delle trasmissioni, sia in italiano che nelle lingue straniere.
    Fa' davvero rabbia la stridente differenza tra la Rai e la Radio Vaticana, un gigante delle Onde Corte: uno stato grande come un piccolo rione di Roma che ha un servizio radiofonico di eccezionale qualità, seguitissimo in tutto il mondo, anche dai non cristiani e la Rai, che chiude Onde Lunghe,Onde Corte, e umilia le Onde Medie e relativi ascoltatori...
    In FM le frequenze RAI spesso sono sommerse dalle emittenti commerciali e l'ascolto del calcio domenicale ormai risulta essere quasi un'impresa.
    Fortunatamente in FM ci sono delle alternative private.
    Su Internet le cose non sono granchè meglio: spesso le coppe europee di calcio su Radio Uno sono inascoltabili perché il link è intasato.
  9. ma se non si vergognano...
    Nel paese di Marconi, spegnere un servizio di questo tipo... che miserabili.

  10. Siamo fritti!
    E' incredibile che nessuno ne parli.
    Continuerò ad ascoltare la buona vecchia BBC,
    che non manca di interessanti programmazioni.
    Spero solo che qualcuno di quelli che hanno
    voce in capitolo si muovano...
    IW2NKV Emanuele
  11. HF
    Per noi marittimi, che navighiamo in tutti gli oceani, la trasmissione Rai, era un appuntamento quotidiano che ci teneva informati con le news dall'italia, e per gli sportivi la domenica era un giorno che aspettavano con ansia per seguire in diretta il calcio; il sottoscritto, addetto ai lavori, come ufficiale alle comunicazioni, cercava di fare il possibile, nonostante le vostre frequenze erano spesso disturbate da altre emittenti ed il segnale appena percettibile, ci dava il motivo di discussione e il modo così di passare ì qualche ora a parlare e discutere di cose diverse che non fossero di lavoro.
    A volte ci sintonizzavamo sulla radio Svizzera Italiana, che, nonostante lo scarno bollettino di informazioni, era almeno "leggibile" da quasi tutti gli oceani.
    Ora la maggior parte delle navi sono attrezzate con apparati satellitari, ma i costi per ricevere le news via satellite non sono sempre approvati dagli armatori.
    Mi rendo conto che noi marittimi italiani, e ce ne sono sempre di meno, siamo una minoranza, e che le vostre trasmissioni sono naturalmente mirate ai residenti italiani all'estero, così come sono le trasmissioni satellitari, il mio è soltanto un disappunto, specie nel vedere che come la BBC e VOA sono sempre in aria e vengono ascoltate in tutto il mondo.. occorre ricordare che le onde radio non hanno confini, mentre le comunicazioni satellitari, possono essere oscurate.
    Al momento navigo su una nave che ha tutte le tecnologie satellitari per ricevere tutto, internet, dati, video, tv, etc tuttavia a volte per qualche motivo tecnico, di blocco della parabola o di interferenze, tali comunicazioni vengono a meno, ed in caso di emergenza, rimangono sempre le vecchie comunicazioni via radio che possono, a volte, salvarti la vita. Tutto ciò per ribadire che le onde corte, secondo la mia opinione, in certi casi, sono e rimangono il mezzo di comunicazione più affidabile.

    Saluti
  12. Rai International: Badaloni risponde a "Il Giornale"
    In una lettera di precisazione al quotidiano "Il Giornale" il direttore di RAI International Piero Badaloni scrive tra l'altro:
    "I traduttori rimasti inattivi con la chiusura delle onde corte radiofoniche: continueranno a lavorare quelli delle lingue principali come inglese, francese, spagnolo,a rabo. Cero verranno utilizzati in maniera diversa quelli di lingue come l'aramaico, l'etiope, l'esperanto".
    Il giornalista Fabrizio De Feo annota in una replica: "i traduttori come lei conferma risultano pagati ma inattivi".
    Sia permesso ad un umile ascoltatore osservare che se il testo di Badaloni fosse riportato correttamente vi sarebbe un grave errore: l'aramaico - lingua medio-orientale praticamente estinta - non disponeva di alcun programma in Rai, l'etiope nemmeno poichè vi era un programma in lingua amarica che è uno degli idiomi parlati in Etiopia. Speriamo sia un refuso perchè se l'errore fosse nell'originale sarebbe davvero inaccattabile da parte del responsabile di un servizio internazionale.

  13. Rai onde corte e medie
    Quello che leggo ha dell'incredibile e a parte le
    dovute cautele per la salute pubblica e quindi il
    doveroso spostamento dei centri di trasmissione in
    aree idonee, le trasmissioni in AM sono
    indispensabili per poter raggiungere ogni parte
    del mondo. Umberto Nobile e compagni sarebbero
    morti senza le onde corte perché nessun altro
    tipo di onda radio sarebbe giunta in un luogo
    così isolato. Peccato che al contrario degli
    inglesi noi italiani non siamo in grado di
    tutelare le nostre tradizioni. Grazie Marconi
    comunque e addio a l'emozione dell'uccellino che
    tanti attendevano nei paesi emarginati...
  14. Onde corte italiane
    Apprendo solo oggi 02-08-2008, e con sgomento, la scelta "suicida" di cessare le trasmisisoni RAI in onde corte (del resto, come ha fatto anche la Radio Svizzera Italiana!). Come rilevato da altri e come ovvio con un minimo di buon senso, tale scelta significa "auto-oscurarsi" nel mondo giacché le onde corte sono ricevibili ovunque con mezzi modestissimi anche in viaggio, mentre le trasmissioni via cavo, via Internet o via satellite impongono ricevitori complessi, costosi e poco trasportabili.
    Le onde corte erano ricevibili sempre, ovunque ed in ogni circostanza!
    Mi auguro solo che questa soppressione si riveli al più presto fallimentare e costringa chi di dovere ad una intelligente marcia indietro.

    M.I.C.
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Perfino la tua nuova monomania era quanto di più pacifico si potesse immaginare: consisteva, semplicemente, nell'ottenere dalla radio italiana lo spazio necessario a trasmettere un programma bisettimanale che venisse captato in Grecia. Programmi del genere esistevano già in Francia, in Inghilterra, in Germania, però poco udibili per la distanza; la radio italiana invece aveva una lunghezza d'onda in grado di raggiungere tutta la regione compresa tra lonio e l'Egeo.
1950: Radio Intercontinental, Madrid, España
1954: NHK, Tokio, Japan